Tutti conosciamo Agatha Christie, autrice dei più famosi romanzi gialli di sempre, tra cui Assassinio sull’Orient Express, Dieci piccoli indiani, L’assassinio di Roger Ackroyd.
Ma cosa sappiamo davvero sulla vita della signora del giallo?
“Una formidabile tritacarne”
Così si definì Agatha Christie riferendosi alla propria prolificità, e non a torto: al suo attivo si contano, infatti, ben novantatré romanzi e diciassette opere teatrali, compresi sei romanzi rosa scritti sotto lo pseudonimo di Mary Westmacott.
I suoi lavori vennero tradotti in centotré lingue.
Le sue opere sono le più vendute al mondo solo dopo quelle di Shakespeare e la Bibbia.
In vita la signora del giallo guadagnò più di venti milioni di sterline.
Falsa partenza
Si dice che fu sua madre a portarla sulla strada della letteratura, sfidandola a scrivere una storia per passare il tempo in una giornata di pioggia.
Secondo un’altra versione, la vocazione della Christie sarebbe stata invece innescata da una sorta di scommessa fatta con la sorella, che non la credeva capace di diventare una scrittrice di detective story. Be’, si sbagliava e alla grande.
L’inizio della sua strepitosa carriera fu però in salita: dopo la Prima Guerra Mondiale Agatha passò quasi un anno e mezzo sul suo primo romanzo, Poirot a Styles Court, che vendette pochissimo.
La scalata al successo prese il via soltanto sei anni dopo, con la pubblicazione de L’Assassinio di Roger Ackroyd.
Un’innocente passione…
Durante la Grande Guerra Agatha Christie lavorò nel dispensario di un ospedale, dove imparò moltissimo sui veleni e sui loro effetti.
“Datemi una bella fiala di veleno mortale con cui giocare e sono felice”, dichiarò.
In effetti, circa la metà degli omicidi raccontati nei suoi libri possono essere attribuiti all’avvelenamento.
Sotto dettatura
In pochi sanno che una delle autrici più prolifiche di sempre non scrisse mai una parola di suo pugno. Affetta da disgrafia (un disturbo che le impediva di scrivere in maniera leggibile), Agatha fu costretta a dettare tutte le sue opere.
Finché morte non ci separi
Hercule Poirot è sicuramente uno dei personaggi più amati dai lettori di Agatha Christie, che invece lo definiva “insopportabile” e “lecchino egocentrico”. Arrivò a dichiarare: “Non lo tollero, ma devo portarlo avanti perché la gente chiede sempre di lui”.
L’ultimo romanzo che ha come protagonista Poirot, Sipario, venne pubblicato poco prima della morte dell’autrice ed è proprio in questo libro che Agatha decise di far morire il suo celebre investigatore.
Il giallo della scrittrice scomparsa
Agatha Christie fu protagonista di un vero e proprio giallo quando, nel dicembre 1926, all’età di trentasei anni, scomparve nel nulla per undici giorni.
La celebre autrice fu ritrovata in un albergo dello Yorkshire, registrata con il nome dell’amante del marito.
Agatha disse di non ricordare nulla dell’accaduto.
Si pensò ad un caso di amnesia o, da parte dei più maligni, a una trovata pubblicitaria.
Nel 2001 un biografo della Christie ha rinvenuto un documento, secondo cui la scrittrice avrebbe architettato la propria fuga nella speranza che il marito Archie, che la tradiva con la segretaria, venisse incolpato di omicidio e occultamento di cadavere.
Questo curioso episodio ispirò il film Agatha del 1979 e una puntata della celebre serie Doctor Who.
De gustibus
Nella sua autobiografia Agatha Christie fece un elenco delle cose che detestava:
Le folle, finire incastrata tra le persone, il vociare, il rumore, le chiacchiere interminabili, i party, in particolare i cocktail party, il fumo di sigaretta e il fumo in generale, tutti gli alcolici eccetto quelli usati per cucinare, marmellata, ostriche, il cibo tiepido, i cieli grigi, le zampe degli uccelli o, in alternativa, gli stormi, il sapore e l’odore del latte caldo.
Per saperne di più, vi consiglio lo spassosissimo Vite segrete dei grandi scrittori, di Robert Schnakernberg (Electa, 2014).