Per passione e per mestiere in questi anni ho incontrato moltissime persone che desiderano scrivere: persone che scrivono per i motivi più diversi, tutti legittimi, e che spesso, durante i corsi, mi chiedono qualche dritta.
Premesso che la formula magica non esiste, ecco dieci consigli che mi sento di dare a tutti gli aspiranti scrittori:
1) Leggete, leggete, leggete!
Non credete a chi è convinto (e ce ne sono, purtroppo) che scrivere e leggere siano due cose ben distinte e separabili l’una dall’altra.
Non è così.
Per chi scrive leggere dovrebbe essere un po’ come respirare: naturale e indispensabile.
2) Siate esigenti, ma non incontentabili.
Non fermatevi alla prima stesura (nemmeno Flaubert lo faceva!), riscrivete ancora, ancora e ancora, finché non vi sembrerà di esservi avvicinati il più possibile a ciò che avevate in mente. Curate la scelta delle parole, il ritmo della frase e ogni singola virgola, ma a un certo punto abbiate la forza di concludere.
Date il meglio di voi stessi e poi passate ad altro.
Lasciate il vostro scritto libero di trovare la propria strada nel mondo.
3) Amate ciò che scrivete.
Amatelo come si ama un figlio, da prima che nasca, senza riserve. Anche se non è come vi aspettavate. Anche se poi, con il passare del tempo, si rivela diverso da come vi immaginavate che fosse. Anche se vi fa dannare. Amatelo.
4) Siate coraggiosi.
Una volta, ascoltando la registrazione di un vecchio programma radiofonico, ho sentito Giuseppe Pontiggia dire una cosa che mi ha colpito con la forza di un manrovescio: “Per scrivere ci vuole coraggio”. Già.
Non vergognatevi di ciò che scrivete, non temete la reazione di chi vi conosce e vi ama, non lasciatevi condizionare dai giudizi altrui. Non abbiate paura di non corrispondere all’idea che gli altri hanno di voi. Perché, come ci disse lo scrittore Eshkol Nevo durante un workshop che non dimenticherò, “Scrivere è libertà”.
5) Trovate dei Maestri.
Tutti abbiamo bisogno di una guida, di qualcuno che ci incoraggi nei momenti di sconforto e che ci dica con franchezza quando stiamo sbagliando.
Cercate dei modelli: qualcuno che ammirate e di cui vi fidate, qualcuno a cui ispirarvi.
E se nessuna persona intorno a voi possiede questi requisiti, rivolgetevi almeno idealmente agli scrittori che amate. Scegliete quello che invidiate di più (“Ah, se potessi scrivere così!”) e portatelo nel cuore: tenete un suo libro sul comodino e sfogliatelo ogni volta che vi sentite soli.
6) Frequentate le persone che credono in voi.
Il mondo è pieno di gente che, più o meno consciamente, vorrebbe vedervi fallire.
Cercate di riconoscere le persone che davvero vogliono vedervi riuscire e tenetevele strette.
7) Non fatevi prendere dal demone della pubblicazione.
Desiderare di essere pubblicati è normale e sacrosanto, purché non diventi la ragione unica del vostro scrivere.
Non lasciatevi abbattere dai no ricevuti e non misurate il vostro valore unicamente in base a questo parametro.
Non abbiate fretta di pubblicare a qualsiasi costo: sappiate aspettare il momento e le condizioni giuste.
Non sprecate tempo ed energia a maledire gli editori e il sistema, ma lavorate per migliorare e raggiungere il vostro obiettivo.
8) Siate voi stessi.
Mettete sulla pagina quello che siete: quello che amate, quello che detestate, quello che vi indigna e vi fa ribollire il sangue, quello che vi esalta e vi appassiona.
Scrivete di ciò che vi sta veramente a cuore e tirate fuori quel che avete da dire.
9) Divertitevi.
Proprio così.
– Ma come? – protesterete voi: la scrittura è sofferenza, sacrificio, solitudine, è sanguinare sulla pagina… Tutto vero, non posso smentirvi: la scrittura è anche questo. Ma non solo.
Se sentite l’impulso di starvene ore davanti al computer per raccontare una storia, è perché almeno una parte di voi ama mettere le parole in fila per creare mondi e personaggi.
Se non vi divertite scrivendo, molto probabilmente non si divertirà nemmeno chi vi leggerà.
10) Siate disciplinati… ma concedetevi qualche strappo alla regola.
Datevi delle scadenze, degli obiettivi da raggiungere. Scrivete anche quando non vi sentite in vena. Magari poi butterete via tutto, ma non importa: nel frattempo vi sarete fatti il fiato, come un atleta.
Non trasformatevi però in monaci di clausura: uscite, fate una passeggiata, prendete un caffè, parlate con gli sconosciuti, guardate un bel film, innamoratevi…
Non dimenticate, insomma, di vivere.
E voi? In quale suggerimento vi riconoscete di più?
Ne avete altri da aggiungere?